Alberto Bovo Osteria Testamatta

Alberto Bovo, Chef del ristorante di pesce Testamatta a Este (PD), trasmette l’autenticità di una passione e del raggiungimento del suo sogno.

Gli inizi dell’avventura imprenditoriale

Sono Alberto Bovo, il titolare dell’Osteria Testamatta.

Questo è un ristorante di pesce a Este, vicino a Padova. Questo ristorante nasce da un lungo percorso. Ho studiato ragioneria in centro ad Este, poi per una causa un po’ particolare, mi è stata ritirata la patente e ho dovuto spostarmi. La mia decisione è stata di uscire all’estero e sono finito a Londra, dove ho realizzato uno dei miei sogni che era di lavorare in un ristorante.  Un ristorante che comunque mi ha dato molto, mi ha fatto imparare tante tecniche di cucina. Poi mi sono spostato, sono finito a Parigi, per poi finire a Marsiglia.

Al ritorno in Italia sono andato a lavorare in un ristorante a Montagnana, dove ho conosciuto Silvia, l’altra titolare. Abbiamo lavorato per un periodo di cinque anni finché non abbiamo deciso di realizzare tutti i due il nostro sogno nel creare questo tipo di attività. Ci siamo spostati qui in centro a Este e abbiamo deciso di aprire questo ristorante.

Creare questo ristorante è stato un po’ realizzare il nostro sogno. Avere girato nei vari ristoranti in giro per il mondo, sicuramente ha messo un’impronta nelle mie mani, ma averlo creato è avere messo la propria firma. Creare una cosa personale vuol dire mettere sé stessi all’interno di un locale o di qualsiasi altra attività dando comunque sfogo alle proprie idee e alle proprie voglie di creare un qualcosa di diverso.

 

I soldi per iniziare

Dove abbiamo trovato i soldi: questa è una domanda un po’ particolare, un po’ difficile, da spiegare. Credo che il sogno, il nostro sogno, nato comunque in più anni, ci abbia portato a risparmiare parecchio.   Risparmiare vuol dire avere lasciato perdere tante cose durante gli anni, non dico di non aver fatto milioni di cose, però di aver risparmiato, per poter aprire questo tipo di attività. Sono stati fatti molti lavori quindi bisognava mettere via parecchi soldi. Durante gli anni io e Silvia abbiamo messo via molti soldi e sicuramente con l’aiuto dei genitori, che ci hanno aiutato, fortunatamente, e la banca, sono intervenute alla fine tre persone per costruire questo ristorante: noi, la banca e la famiglia. Una gran parte era messa via da noi, una parte comunque da un aiuto dei genitori e la banca che comunque, con le firme dei genitori, ci ha aiutato a realizzare questo sogno. Comunque l’importante è di risparmiare per trovarsi già ad un buon punto quando apri l’attività.

 

Un episodio negativo ed uno positivo

Domanda un po’ particolare questa, di trovare una cosa bella e una cosa brutta del ristorante. Sicuramente si parte dalla roba brutta e di cose brutte non ne sono successe molte, anche se pensandoci bene ne è successa una diciamo un po’ brutta.  L’anno scorso dopo un anno dall’apertura, il ristorante funzionava e io e Silvia abbiamo deciso comunque di dedicarci qualche giorno di ferie per celebrare questa felicità. Al ritorno dalle ferie ci siamo accorti che comunque la gente veniva meno, stava calando l’afflusso al ristorante e veniva proprio poca gente. Dopo un mese che comunque ci chiedevamo, tornando a casa alla sera: che cosa è successo? è perché siamo andati in ferie? perché non cuciniamo più bene? non abbiamo trattato bene i clienti? Abbiamo capito che c’era un qualcosa, forse ci eravamo un po’ adagiati sugli allori e la gente, non dico che era stanca, però comunque aveva il bisogno di una continua scalata. Un cliente, mi ricorderò sempre, mi ha detto: Alberto è difficile arrivare in vetta, ma la difficoltà più grande è restarci! Restarci vuol dire continuare ad investire, ma non economicamente, vuol dire investire sulle idee

L’idea iniziale ok, è andata bene, abbiamo lavorato benissimo. Questo anno ok, però forse ci eravamo fermati con le nuove idee, quindi bisognava creare un qualcosa di nuovo, proseguire con nuovi menu con nuove cose. Comunque, dando al ristorante nuovi vini, nuovi metodi per servire il cliente e quindi abbiamo cercato di cambiare. E dopo un paio di mesi tutti questi sforzi, nel ritornare in vetta, sono serviti.

Diciamo che uno quando apre un’attività non può pensare di dare lo stesso prodotto sempre uguale durante gli anni, la gente cambia, la moda cambia e quindi bisogna continuare ad investire nelle proprie idee, pensarci, per restare sempre, comunque, all’apice della montagna.

 

Fare impresa in Italia

Ho aperto in Italia perché amo il mio territorio, amo la mia gente e amo tutti quei sapori nostri, che abbiamo in Italia. Sicuramente aprire il ristorante all’estero sarebbe stata una cosa molto bella e il Made in Italy, soprattutto nella ristorazione, è molto riconosciuto all’estero. Tanti mi dicono che è difficile aprire qui, ma non vedo il perché. Abbiamo 25 posti ed è pieno tutti i giorni. Un ristorante all’estero, sicuramente sarebbe stato più facile, però il contatto che c’è con la gente è diverso. All’estero, magari è un contatto comunque diverso, mentre in Italia c’è una fidelizzazione dei clienti.  Tutti quelli che vengono qui conoscono me, conoscono Silvia e conoscono la nostra cucina.

Amo i sapori che ci sono qui, nella nostra terra e non vedo dove siano le difficoltà per aprire qui.  Sicuramente i tempi non sono dei migliori, però l’impegno sta dando i suoi frutti, come nel nostro caso, e il ristorante sta funzionando bene.

 

Le caratteristiche di un imprenditore

L’imprenditore nel 2017 è un nome forte, un po’ particolare. Tanti lo definiscono come una persona pazza, pazza perché stiamo vivendo comunque nell’economia, un momento un po’ particolare, un momento comunque di calma. Io penso che il pazzo sia il contrario, colui che non decide e non crede comunque nelle proprie opportunità e nei propri sogni.

Noi abbiamo creduto nei nostri sogni e continuiamo a credere nei nostri sogni. Nel 2017 ci sono state un milione di opportunità ed è giusto che le sfruttiamo tutte. Sicuramente la crisi c’è, ma c’è per chi non ci crede. Noi ci crediamo e la crisi non la sentiamo, stiamo vivendo un momento bellissimo dove i nostri sogni continuano ad esaudirsi.

Quindi non vedo perché la parola imprenditore sia una parola un po’ strana di questi tempi.

 

Il futuro per le nuove generazioni

Il messaggio che voglio dare ai giovani è di provarci, di provarci e di provarci. Provarci assieme a crederci: credere che creare un’attività non è una cosa sbagliata. La paura a volte di perdersi, non deve essere una paura. Dobbiamo credere nei nostri sogni. Tanti mi chiedono se lo rifarei: io lo rifarei subito, lo rifarei domani e dopodomani e quante volte volete, perché ho creduto nei miei sogni e quindi sono contento di averci creduto. Sicuramente non è facile, però dobbiamo dare una svolta a tutti i tipi di attività che ci sono in Italia. Attività comunque, che sono fondate da persone che sono arrivate.  Noi abbiamo più idee, siamo giovani, vediamo il mondo in un’altra maniera. Quindi è giusto che ci proviamo e crediamo nei nostri sogni, nelle nostre idee soprattutto.

Sicuramente noi giovani pensiamo al motorino, alla macchina, alla discoteca, alla fidanzata: tutte quelle cose comunque belle che fanno dare un senso alla nostra vita, ma è giusto anche pensare di lasciare un segno in tutto quello che facciamo nella nostra vita, per essere ricordati un domani. Dobbiamo credere nel creare nuovi negozi, nuovi ristoranti, tutti i tipi di attività. Il Made in Italy, qui in Italia è una cosa molto importante, siamo gente piena di idee, ma soprattutto crediamo nella qualità. Creare per i giovani delle nuove cose, sicuramente è una cosa difficile all’inizio, ma dà delle soddisfazioni personali fantastiche. Un giovane sicuramente la vede come una cosa difficile perché vede le altre attività comunque gestite da persone più vecchie. Però noi dobbiamo credere nei nostri sogni e sicuramente questo non sarà difficile.

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