Gli inizi dell’avventura imprenditoriale
Sono Alfredo Ramponi e sono il fondatore della Ramponi SpA.
La mia azienda è nata nel 1988, da una mia grande passione, precisamente la passione dei minerali. Fin da bambino ho sempre raccolto minerali e all’età di 24 anni ho iniziato a trasferire la mia passione nella realtà, riproducendo i minerali in pietra preziosa, in cristallo sintetico. L’azienda dopo i primi anni di lavoro, specializzata nel mondo delle pietre e degli “strass”, tenete conto che per quanto riguarda il termine “strassatura” si intende l’applicare le pietre su un tessuto. All’epoca questa operazione veniva effettuata completamente manualmente, allo stato attuale invece abbiamo delle macchine completamente robotizzate che, mediante un disegno richiesto dal cliente, vengono posizionate appunto le pietre, gli strass sul disegno preventivamente concordato con il cliente.
L’azienda ha iniziato nel 2008 la sua grande carriera nella produzione di borchie in ABS, precisamente vengono imitate le borchie in metallo e applicate mediante un chiodino metallico. Abbiamo avuto la fortuna di lavorare per un grossissimo marchio nel mondo del lusso, prevalentemente nel mondo della calzatura e della pelletteria e dal 2008 siamo tuttora loro fornitori. Nel corso degli anni siamo diventati fornitori di altre importanti “Maison”, seguendo sia la produzione nel mondo delle calzature sia nel mondo dell’abbigliamento.
Per quanto riguarda l’azienda, nel corso degli anni si è ampliata sempre di più, incorporando all’interno dell’azienda vari reparti, precisamente reparto di ricamo, laseratura, graffatura e soprattutto quello di applicazione che è diventato un po’ il fiore all’occhiello della nostra azienda. In particolare possono essere declinate in varie finiture: graffatura, ricamo, ricamo a mano che abbiamo appena inserito e abbellendo i capi d’abbigliamento e di pelletteria con le ultime novità delle nostre produzioni.
Attualmente l’azienda occupa 5.000 metri quadri di superficie e occupa circa 80 dipendenti. Faccio presente che nel 1988, quando ho iniziato, ho iniziato nel garage di casa mia in 50 metri quadri, dico che il 5 è un numero che mi porta particolarmente fortuna.
I soldi per iniziare
Quando ho iniziato nel 1988 soldi a disposizione ne avevo veramente pochi. Quindi è stata la mia grande volontà di intraprendere l’attività imprenditoriale che mi ha invogliato soprattutto a fare dei gran debiti e mediante questi debiti, che sono sempre stati fortunatamente ripagati, l’azienda ha iniziato ad aumentare le proprie capacità produttive, investendo sempre ogni anno i vari utili che l’azienda ha sempre fatto.
Questo probabilmente è uno dei successi che posso dire, insomma, di essermi sempre riconosciuto un piccolo emolumento personale, ma gli utili dell’azienda li ho sempre investiti, rinvestiti proprio nell’acquisizione di macchinari sempre all’avanguardia, per quanto riguarda le nostre lavorazioni.
Ricordo che nel 1988, quando iniziai i miei primi passi da imprenditore, uno dei grossi problemi era il costo del denaro, si pagava il denaro intorno al 23%, attualmente il tasso è notevolmente più basso. Quindi un auspicio che si potrebbe dare a chi vuole fare imprenditoria, potrebbe essere quello di cercare di avere una propria idea e investirla con tassi in questo momento così favorevoli.
Un episodio negativo ed uno positivo
Un bellissimo evento positivo che ricordo è stato proprio ai miei inizi. Una grossissima azienda nel settore dell’abbigliamento, della mia zona, mi chiamò, chiedendomi di “strassare” 800 metri di tessuto, mediante una tecnologia che loro pensavano io avessi. Venni convocato e non avevo proprio la più pallida idea da dove si poteva partire, però dissi che ero in grado di farlo, però non avevo i soldi per poter iniziare. Quindi, questa azienda di grandissimo nome, diede una busta nelle mie mani, nella quale veniva inserito un assegno dal 50 milioni delle vecchie lire (ca 25000 €) per l’acquisto della materia prima. Erano pietre della “Swarovsky” e diciamo la più grande soddisfazione fu proprio quella di vedere la fiducia che era stata riposta in me.
Una situazione negativa l’ho vissuta proprio i primissimi anni, quando da buon venditore andavo di azienda in azienda, nessuno mi conosceva e spesso e volentieri non mi veniva neanche fissato l’appuntamento, anche perché, appunto, il mio nome era sconosciuto, quindi non mettevano attenzione nell’articolo che volevo offrire, proporre. Però, probabilmente, è stata la mia, diciamo, voglia di rivalsa e di far vedere che avevo un prodotto validissimo, ho continuato veramente per anni e alla fine sono riuscito ad arrivare, a essere nel nostro mondo un nome, si dice molto importante e conosciuto.
Fare impresa in Italia
La mia azienda è collocata a Carbonate in provincia di Como e siamo a pochissimi chilometri dal confine svizzero. Anni fa ho avuto delle proposte di andare con la mia azienda oltre confine, proprio perché ci sono delle grossissime agevolazioni fiscali. Da buon italiano e soprattutto essendo nel mondo della moda, dove il made in Italy è fondamentale, ho ritenuto e ritengo tuttora di rimanere in Italia proprio per dare quel valore che il made in Italy è riconosciuto a livello mondiale. Nel corso dell’anno noi facciamo 14 fiere in giro per il mondo e l’orgoglio che porto sempre a casa, riferito ai miei collaboratori è quello di sentirmi dire all’estero che noi italiani abbiamo quel valore in più, quel valore aggiunto che fortunatamente nel mondo della moda siamo gli unici ad avere.
Le caratteristiche di un imprenditore
Le caratteristiche che deve avere un imprenditore, a mio avviso, sono la decisione immediata e soprattutto essere molto fantasioso, molto sognare ad occhi aperti, io ho sempre detto. Il pensare di poter realizzare un progetto e nel momento in cui se ne parla vederne già le possibili realizzazioni e addirittura vedere l’articolo finito. Questa è una, diciamo, prerogativa che penso che tutti gli imprenditori italiani dovrebbero avere. Spesso e volentieri bisogna rischiare in proprio, ma a mio avviso è proprio, diciamo, il fulcro, è la parte fondamentale di un vero imprenditore.
Il futuro per le nuove generazioni
Un messaggio che spesso e volentieri lascio ai giovani è quello di credere in un loro ideale, una voglia di fare nel mondo lavorativo, un sogno ben preciso e sognare ad occhi aperti. La voglia di creare un articolo, la voglia di entrare nel mondo del lavoro non deve assolutamente limitarli nelle loro scelte, ma soprattutto devono avere quello sprone che li porterà, se si impegneranno logicamente, per il loro cammino a degli ottimi risultati, come fortunatamente è capitato a me.