Gli inizi dell’avventura imprenditoriale
Sono Francesca Berti e sono responsabile marketing di Caber – Bologna.
Proprio a Bologna nel 1968 nacque l’azienda e fu fondata dai miei nonni. I miei nonni che ricordo con gli occhi pieni anche di entusiasmo, di passione nel raccontarmi ormai di 50 anni fa, ma appunto questo fu quello che guidò questo inizio di impresa.
Negli anni settanta la voglia davvero di creare qualcosa di proprio, quindi aver dato vita a quella che è un’impresa nel mondo dell’alimentare, nel mondo dei profumi, perché il sale marino veniva miscelato con le erbe del territorio e quindi erbe fresche, il profumo delle erbe fresche, miscelato al sale e invasettato, questi piccoli vasettini, però ricchi di sapore e profumo per tutti i piatti della nostra cucina.
Questo è stato l’intuizione, è stata l’intuizione che ha portato appunto a un legame con il nostro territorio Emilia Romagna, l’Italia più in generale e quindi le erbe fresche del territorio unite a questo sale marino, sempre italiano, rigorosamente, hanno dato vita e inizio a una storia che perdura poi da 50 anni.
Con orgoglio diciamo che siamo ormai alla terza generazione in azienda, perché mio padre ovviamente subentrò, affiancò il nonno e la nonna e adesso io affianco appunto mio padre, insieme a tutto quello che è il nostro staff. Quindi tutto quello che veramente serve all’impresa, perché è vero servono le intuizioni, i macchinari per produrre e le materie prime, ma importanti sono le persone. Noi diciamo sempre di essere una grande famiglia, quindi la famiglia, la nostra famiglia che si è allargata con i nostri collaboratori ai quali dobbiamo tanto e anche appunto il successo che abbiamo.
Perché dobbiamo dirci contenti di quello che sono i risultati raggiunti, quello che sempre continuiamo a proporci di migliorare quindi l’attenzione sempre a mantenere le erbe fresche e il legame con il territorio, la genuinità degli ingredienti, ma anche i passi avanti. Quindi portare tutto quello che può migliorare sempre il prodotto che va al consumatore sulle tavole di tanti italiani e non solo.
I soldi per iniziare
Le risorse economiche non c’erano. Ricordo appunto i nonni che mi raccontavano che c’era tanta volontà e poche risorse, pochi soldi e quindi cosa si faceva? Si iniziò a produrre questi vasettini, pieni di sapore, di profumo, giorno per giorno: quindi si produceva e si vendeva, non si facevano le scorte, proprio perché si cercava di avere i guadagni della giornata e poi produrre per il giorno dopo.
Un episodio negativo ed uno positivo
Sono entrata in azienda nel 2005, avevo vent’anni solamente e pochi anni dopo ho dovuto come dire imparare che l’imprenditore deve anche affrontare momenti negativi, insomma, delle turbolenze. Quindi, furono gli anni, insomma, dell’inizio di una crisi economica che ha colpito l’Italia, quindi, la contrazione del mercato e mio padre appunto diceva: “noi dobbiamo invece andare avanti e reagire!”
Quindi dal momento negativo, dalla negatività abbiamo invece deciso di portare avanti un’innovazione, perché spesso appunto può essere una delle metodologie per sconfiggere quello che all’imprenditore può creare, all’azienda crea negatività. Abbiamo innovato con una convenzione di ricerca con il Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Bologna e abbiamo creato “Presal”, un sale iodato protetto perché teniamo agli ingredienti di qualità e genuini, anche del territorio, ma con un occhio anche alla salute.
Fare impresa in Italia
Parlando del mondo dell’alimentazione, in Italia siamo, come dire, veramente abituati e abbiamo la tradizione dello stare a tavola, passando attraverso la convivialità, ma anche soprattutto attraverso il saper gustare la vita e quindi la tavola, i sapori genuini, gli ingredienti, gli ingredienti e prodotti tipici anche del territorio.
Io credo che la nostra impresa abbia un significato anche di profondo legame proprio con il territorio, l’Italia e l’Emilia Romagna. Abbiamo infatti anche proprio per la nostra produzione campi, i campi di rosmarino, delle erbe aromatiche e quindi un chilometro zero, una proposta veramente di impresa legata al territorio, così come poi negli anni, insomma, abbiamo voluto avvicinare le nuove generazioni al mondo dei sapori e dei profumi, soprattutto delle spezie e le erbe aromatiche e dunque abbiamo creato un terreno adiacente al nostro stabilimento dove è possibile, per le scolaresche e gruppi di appassionati, vedere e toccare con mano quello che oggi non sempre è così chiaro. Quindi, il legame della natura ai prodotti della terra, poi ovviamente lavorati dal fresco con tutta la qualità, la sicurezza alimentare e la tecnologia che un’azienda può avere.
Le caratteristiche dell’imprenditore
Nell’immaginario comune, diciamo, si tende a pensare all’imprenditore come figura forse più maschile. Infatti il mio papà, che è in azienda, mio padre appunto, è l’imprenditore uomo, io parlerò invece da donna quindi l’imprenditoria al femminile. Che cosa può apportare all’azienda, nella mia esperienza per un uomo, ma anche per una donna soprattutto, imprenditoria vuol dire determinazione, una “vision” al futuro e a quello che ci circonda. Quindi, non chiudersi nel mondo aziendale, ma anzi guardare sempre fuori. Al giorno d’oggi, devo dire, sempre di più dobbiamo guardare quello che è l’evoluzione del mercato dei consumatori, delle richieste e quindi poi saper rispondere a questo per fare buona impresa.
Ultima cosa, ma non ultima giustamente, poi che cosa serve, serve la professionalità e la conoscenza. Quindi è importante sempre, come dire, non smettere di imparare, di voler imparare e anche un pizzico di curiosità, sempre, che ci permette di crescere professionalmente.
Il futuro per le nuove generazioni
Pensando alle nuove generazioni che vogliono fare impresa, mi viene da pensare a tutti i vantaggi che possiamo trarre, si possono trarre dalla tecnologia, dal mondo moderno, ma mi viene anche da dire di ricordarci sempre il nostro passato, le nostre tradizioni e le generazioni che ci hanno preceduto, perché dal passato si può imparare molto.
Quindi, un occhio all’impresa del futuro, a tutto quello che è il cambiamento, rimanere sempre in movimento con, appunto, i tempi e quello che muta, mai fermarsi, ma ogni tanto guardare anche al passato, perché davvero ci può insegnare tanto in impresa e non solo.