Morgan Pasqual La Giardiniera di Morgan

Morgan Pasqual, “La Giardiniera di Morgan” sottolinea che il suo prodotto deriva dalla qualità degli ingredienti, dalla cultura della cucina del territorio e dalla valorizzazione e partecipazione dei suoi giovani collaboratori.

Gli inizi dell’avventura imprenditoriale

Sono Morgan Pasqual, insieme a mia moglie e socia Luciana Silvestri siamo titolari di Cinque Sensi Srl, che è la società proprietaria del marchio “La giardiniera di Morgan”, che è l’attività principale che nasce da un’attività di ristorazione che io e mia moglie avevamo fino a cinque anni fa e dove già producevamo le nostre giardiniere artigianali per offrirle ai nostri clienti. Da lì abbiamo ricevuto tutta una serie di spunti e stimoli, perché avevamo clienti che viaggiavano e facevano molti chilometri per venire ad acquistare le nostre giardiniere e quindi decidemmo di proporle sul mercato, non sapendo di soddisfare un bisogno perché la nostra clientela, quindi il dettaglio specializzato non aveva più, non riusciva a trovare una giardiniera artigianale di qualità, fatta come una volta.

Fare imprenditoria in coppia non è cosa semplice, non è cosa semplice stare in coppia con una persona, fare imprenditoria assieme è un modo ulteriore per fare in modo che tutta una serie di regole, che ci sono in una famiglia: le regole positive di condivisione, di dialogo, di discussione vengono portate anche nell’ambito lavorativo e questo è, credo, un grandissimo valore. Luciana è un esempio di mamma imprenditrice, dove alcune regole di gestione familiare sono state portate all’interno, per fare in modo di stimolare i nostri ragazzi, i nostri collaboratori perché siano loro determinanti e che portino del valore all’interno dell’attività.

Noi abbiamo costruito un’attività familiare, abbiamo anche lanciato e dato personalità ai nostri prodotti, perché noi siamo la famiglia della giardiniera, perché ogni giardiniera rappresenta un membro della nostra famiglia e le ricette prendono spunto dalle caratteristiche o fisiche e caratteriali dei singoli membri. Quindi abbiamo fatto della famiglia, un progetto imprenditoriale.

Io ricordo le giardiniere che mangiavo da mia nonna Regina, grandissima cuoca e che non ritrovavo più e assieme a mia moglie, che è stata il motore, l’ispirazione di tutta questa storia agrodolce, abbiamo iniziato a sperimentare delle ricette che facessero fare un’esperienza emotiva e questa è stata la chiave del nostro piccolo successo agrodolce, che i clienti hanno subito apprezzato ed è diventata un po’ la nostra firma. Quindi prodotti sartoriali, estremamente curati dove il dettaglio e la ricerca continua del miglioramento, per ottenere la migliore esperienza possibile, perché per noi ogni vaso è un coperto, è una tavola, è una condivisione, è un momento speciale. Quindi noi vogliamo far fare la migliore esperienza possibile ai nostri clienti.

I soldi per iniziare

La nostra attività è nata grazie alla fiducia e alla intuizione del papà di Luciana, Giovanni Silvestri, di sua moglie Anna, due imprenditori che hanno creduto nella prima fase della nostra vita professionale imprenditoriale sostenendo la partenza dell’attività di ristorazione.

Da lì poi il percorso è stato importante e come dire contornato anche da difficoltà, perché fare impresa in Italia non è cosa semplice, l’accesso al credito è sempre più difficile. Oggi che l’attività è un’azienda virtuosa, ovviamente ci sono regole e modalità differenti, allora quando siamo partiti non era facile accedere al credito e quindi abbiamo avuto un enorme mano da parte dei miei suoceri.

Un episodio negativo ed uno positivo

Un evento significativo nel nostro percorso imprenditoriale è stata un’attività che abbiamo fatto a latere della nostra attività attuale insieme ad altri soci imprenditori, in un comparto merceologico affine al nostro, nel mondo dei panificati dove abbiamo realizzato un progetto estremamente ambizioso. Probabilmente troppo moderno, troppo innovativo in un contesto territoriale ed economico non centrato perfettamente e quindi non andato a buon fine. Però, abbiamo imparato tantissimo, in termini di organizzazione, di velocità nel prendere le decisioni e nella risoluzione dei problemi che sono regole e modalità che oggi un imprenditore, indifferentemente dalla dimensione della propria azienda, deve avere come capacità e nel suo, diciamo, nel suo mansionario, mettiamola così.

Un evento molto positivo all’inizio del nostro percorso, quindi quasi sei anni fa, un incontro con un bravissimo produttore di Castelmagno, il migliore d’Italia, il signor Giorgio, che mi chiese un vasetto di giardiniera per portarlo ad un amico e questo amico era Davide Paolini, che è conosciuto anche come “Il Gastronauta” che è il nome della trasmissione che appunto ha su radio 24 e fatalmente quella mattina, quando ne parlò nella sua trasmissione radiofonica, noi stavamo ascoltando la trasmissione in laboratorio e non ce l’aspettavamo, perché non lo sapevamo e quello è stato il punto di partenza, perché solo quella giornata ricevemmo una quindicina di telefonate da tutta Italia, di curiosi, appassionati e anche dei dettaglianti, dei negozianti che volevano informazioni sulla nostra giardiniera e questa è stata la nostra prima uscita pubblica, diciamo importante.

Fare impresa in Italia

Fare impresa in Italia è un atto assolutamente di coraggio, perché non, non invento nulla quando dico che la burocrazia e l’apparato che ci governa è molto macchinoso, molto elaborato.

Però la creatività, la capacità nel fare, nell’inventare e la cultura e noi parlando di gastronomia, la cultura di cucina regionale che abbiamo in Italia è impareggiabile, in più noi viviamo in un territorio, questo di Vicenza, dove la cultura del lavoro è ancora molto forte.

Seppur si dica che le nuove leve, la nuova generazione, come dire, non è predisposta al lavoro, io e Luciana possiamo sfatarlo, perché abbiamo un gruppo di giovani uomini, di giovani donne estremamente devoti, partecipi, responsabili, e sono un esempio estremamente positivo e virtuoso del lavoro, di quello che vuol dire il sacrificio e quello che vuol dire partecipare ad una vita aziendale con tutta una serie di positività.

Le caratteristiche di un imprenditore

Io credo che un imprenditore debba avere tutta una serie di ingredienti, rimanendo nel tema, deve essere estremamente curioso, deve essere, deve essere ovviamente un pizzico coraggioso e portare avanti con molta chiarezza la propria missione, la propria volontà, il proprio lavoro, senza dover per forza scendere a compromessi e mediare quella che è un’idea, una visione ben chiara, che deve avere per poter realizzare un obiettivo.

Il futuro per le nuove generazioni

Ai nostri giovani vorrei dire questo: io credo fortemente nella curiosità, nel viaggiare, nel conoscere; uscire dal proprio ambito, dai propri schemi per poter acquisire informazioni, cultura, lingue. Quindi, ai giovani io consiglio di prendere il coraggio a due mani e partire: che sia anche un piccolo viaggio, una piccola percorrenza, anche nel territorio italiano, ma cambiare schema, uscire dal proprio nucleo familiare, fare esperienza, non fermarsi ad un’unica modalità che è quella di stare vicino alla famiglia, soprattutto quando si è giovani e non si è legati da impegni, da famiglia e quindi il coraggio di fare esperienza. Questo è quello che consiglio. Perché il bagaglio che un giovane può acquisire viaggiando, mettendosi in discussione, acquisendo informazioni e cultura diventerà il suo capitale che potrà spendere e investire quando deciderà poi di fermarsi e realizzarsi nella vita.

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