Patrizio Dei Tos – itlas.com
Gli inizi dell’avventura imprenditoriale
Io sono Patrizio dei Tos, sono l’amministratore del gruppo ITLAS – Laborlegno.
Questa azienda nasce nel 1985 in funzione di quello che avevo fatto come esperienza negli anni prima, dove ho lavorato come venditore nell’azienda del padre. Quindi, andavo in giro a vendere, facevo un po’ l’agente. Arrivato, diciamo a un buon risultato non ero più indispensabile nell’azienda dei soci di mio papà e questi hanno deciso di licenziarmi.
A quel punto ho preso la palla al balzo e ho cominciato a lavorare per conto mio. Da lì nasce l’esperienza Laborlegno, 1985, quindi molto piano, piano, quindi ho cominciato da solo con un dipendente e ho cominciato ad acquistare una macchina. Conoscevo il legno, quindi cominciavo a lavorare, a seguire la lavorazione del legno, la prima lavorazione, quindi andavo a comprare i tronchi in Francia, facevo il segato, è stata un po’ una storia, un po’ passo passo, un po’ lunga però facevo molto diciamo, facevo molto conto sull’esperienza che avevo fatto prima quindi conoscevo i clienti, conoscevo i prodotti e quindi sapevo che avevo già un business plan per arrivare a fare un prodotto che fosse vendibile, sapevo già che potevo guadagnare qualcosa facendo queste trasformazioni. Ecco dopo aver percorso, diciamo, tutta la fase iniziale della lavorazione del legno, ci sono state varie fasi in cui, prima andava il legno europeo, quindi rovere, faggio, noce, poi c’è stata la fase dei legni esotici, dal 1990 al 2003-2004, il legno più utilizzato era il legno esotico.
Questo mi ha portato ad andare in Africa, ho fatto una grande azienda in Africa, per diciamo l’approvvigionamento della materia prima e con questo, diciamo, con questa attenzione verso l’approvvigionamento sono riusciti a creare anche i pavimenti, dalla materia prima, quindi della foresta, fino al prodotto finito. Questo ha creato e ha fatto sì che queste aziende siano diventate leader nella produzione dei pavimenti e soprattutto sono aziende molto verticali, perché partono dalla foresta e arrivano fino al prodotto finito.
Oggi, dopo l’esperienza dell’Africa siamo arrivati all’esperienza portata in Italia, quindi abbiamo cercato di legare queste aziende, cioè quelle aziende ITLAS Laborlegno al territorio nazionale, quindi andando a prendere il legno nazionale, in questo caso parliamo del faggio del Cansiglio, che noi chiamiamo assi del Cansiglio. Ecco, questo legno ha una particolarità molto importante perché cresce a 1.200 metri d’altitudine, quindi abbiamo dato, ridato vita a questa foresta, creando il pavimento con questo legno. Questo legno tra l’altro è un legno molto valido, perché già nell’epoca della Serenissima facevano i legni delle galee, quindi era comunque un legno di grande valore.
Ecco, noi siamo arrivati poi a sviluppare, con tutti i nostri collaboratori, anche produzioni, prodotti brevettati, prodotti molto tecnologici e quindi l’azienda, dal 1985, ha avuto un’evoluzione molto forte ed importante anche rispetto, sia a livello tecnologico, quindi l’azienda è molto industrializzata, molto automatizzata e abbiamo fatto fronte anche a diverse crisi, all’andamento sinusoidale del mercato, creando comunque dei prodotti che davano delle risposte e davano anche la possibilità di creare economie, sia nei cantieri per il nostro cliente, sia per noi che lavoravamo il prodotto.
I soldi per iniziare
Per quanto riguarda i fondi o volgarmente soldi diciamo che è la parte sempre più delicata, perché comunque ci vogliono tanti rapporti con gli istituti di credito. Gli istituti di credito, come sapete, quando abbiamo bisogno non ce li danno, quando non ne abbiamo bisogno ce li danno. Quindi, diciamo, che ho avuto più volte bisogno anche della famiglia, io che provengo comunque da una famiglia di imprenditori, e avevo la fortuna di avere comunque delle garanzie da parte della famiglia e comunque ho avuto anche aiuti da parte degli istituti di credito.
In ogni caso, bisogna far sempre fede nella forza propria, comunque bisogna avere un business plan che sta in piedi, comunque bisogna riuscire a pagare i debiti, comunque riuscire a sviluppare il lavoro in maniera tale che il debito sia rimborsato. Non si può mai pensare che il debito sia a fondo perduto, ecco questo è importante. Io comunque ho avuto la fortuna di avere anche delle garanzie da parte della famiglia.
Oggi per fortuna le cose vanno bene, quindi non abbiamo particolare bisogno degli istituti, è un momento molto delicato, per questi approvvigionamenti.
Un episodio negativo ed uno positivo
Parlando di un episodio negativo, che è la parte più brutta oggi, poi oggi ci penso anche in maniera meno apprensiva, è un problema della burocrazia italiana. Io comunque avevo sempre voglia di costruire, di fare e fare in maniera veloce, perché quando il mercato chiede, devi dare delle risposte immediate. La burocrazia italiana, già negli anni 2000, quando io volevo crescere molto velocemente non mi stava dietro. Quindi, ho avuto un problema burocratico all’interno del Comune, prendendo anche una denuncia penale, solo per aver fatto un piazzale per mettere del legno. Quindi, io volevo crescere, volevo far lavorare più gente, volevo fare più prodotto, e per fare un piazzale su un terreno mio, chiaramente, non su un terreno altrui, ma era zona agricola adiacente all’azienda, mi sono preso una denuncia penale, e quindi cominciato tutto un processo, di diciamo di risanamento della zona. Nonostante la buona volontà e solo l’obiettivo di far lavorare la gente, ci siamo presi una bella denuncia. Ecco, questo è un episodio negativo.
Episodi positivi, per fortuna, ce ne sono molti di più, episodi positivi ce ne sono tantissimi per fortuna. Uno in particolare che mi ha colpito, un ragazzo di 14 anni che è venuto qua con il papà in cerca di lavoro nel 1987 -1988, quindi aveva 14 anni nell’ 88, 15 anni poteva cominciare a lavorare insomma da qualche mese, io l’ho preso con me, era all’inizio anche per me dell’attività. Ho cominciato con questo ragazzo oggi è l’amministratore dell’azienda, quindi è stata una cosa positiva, una bella storia e lui ne va molto fiero e dice è cresciuto, è maturato, praticamente ha fatto tutta la sua storia dentro nell’azienda. Questo si chiama Vendramin Mirco, possiamo anche dirlo, è diventato amministratore dell’azienda, complimenti.
Fare impresa in Italia
Perché fare impresa in Italia, questa è una domanda molto interessante.
Io ho comunque una storia di imprese anche all’estero, perché sono stato in Africa, ho fatto un’azienda molto importante in Africa nel 1992 e ci sono stato fino al 2004. Da tre anni sono andato in Serbia, per motivi di approvvigionamento sempre della materia prima, perché purtroppo l’Italia la materia prima non ce l’ha, e ho creato un’azienda anche in Serbia.
Posso dire che quando si è all’estero, comunque non siamo mai a casa propria, quindi sei sempre fuori casa, giochi sempre fuori casa. Quindi fare l’imprenditore in Italia, tutto sommato, ha qualche vantaggio se non altro perché giochiamo in casa. Penso che gli stranieri in Italia abbiano molte più difficoltà di noi a fare impresa.
Fare impresa in Italia nonostante la burocrazia, nonostante tutte le problematiche, alla fine gli italiani riescono ad uscirne. Comunque riusciamo, se abbiamo un “business plan”, se abbiamo una produzione, se abbiamo degli obiettivi chiari, riusciamo a fare impresa. Andare all’estero lo sconsiglierei in questo momento, perché comunque si gioca sempre fuori casa e io preferirei sempre avere, nonostante la mia esperienza, sceglierei ancora l’impresa in Italia.
Le caratteristiche di un imprenditore
Diciamo che per fare l’imprenditore bisogna essere anche un po’ psicologi, perché comunque l’imprenditore non è l’imprenditore di sé stesso, ma è l’imprenditore di tante persone. Quindi, deve avere un gruppo di persone con cui lavora insieme. Un imprenditore bravo è quello che riesce a tirar fuori il meglio da tutte le persone che ha a fianco.
Tutte le persone, compreso me stesso, ma tutti quanti abbiamo dei lati positivi e dei lati negativi. Se troviamo, se evidenziamo, facciamo forza sui lati positivi creiamo una squadra vincente, se facciamo forza sui lati negativi creiamo delle squadre perdenti.
Quindi, chiaramente, l’imprenditore di successo, secondo me è il caparbio, quello che ci crede, quello che non si ferma mai e quello che sa soprattutto far lavorare le persone vicine tirandone fuori tutti i lati positivi.
Il futuro per le nuove generazioni
L’unica cosa che vorrei dire ai ragazzi è di non farsi prendere troppo dal virtuale, cioè rimanere molto sul pratico, restare diciamo sull’economia reale non sull’economia finanziaria virtuale, perché è quella più pericolosa, può andar bene, per amor di Dio, e c’è gente che ha fatto veramente grandi soldi, però quelli che sono veri imprenditori, che rimangono sempre, sono quelli che rimangono coi piedi per terra e rimangono sull’economia reale.
Quindi, quello che consiglio ai giovani è di essere caparbi, di credere in quello che fanno, di avere delle idee, quindi di cercare sempre delle idee nuove, ma rimanere sempre coi piedi per terra. Mai sognare troppo, anzi, sognare ma non troppo.