Paolo Leo Cantine Paolo Leo

Paolo Leo, fondatore di Cantine Paolo Leo, ci racconta alcuni “eventi” del suo percorso imprenditoriale dove il sogno e la famiglia fanno da filo conduttore.

Gli inizi dell’avventura imprenditoriale

Sono Paolo Leo, titolare dell’azienda “Cantine Paolo Leo”, siamo in Puglia, nel Salento, in particolare a San Donaci in provincia di Brindisi.

Uscendo da una famiglia di agricoltori e viticoltori il mio spirito interno era quello di proseguire la strada di mio padre e quindi la prima cosa che ho fatto, appena ventenne, ho iniziato a lavorare nella vecchia cantina di mio padre.

Dal ’90 fino agli anni 2000 produce vino sfuso come faceva mio nonno, come faceva mio padre e davamo il vino, vendevamo il vino alle più belle aziende d’Italia, però sempre sfuso, quindi si perdeva l’identità di questo vino e si perdeva anche il carattere e ciò che si lavorava per un fine che noi non avevamo.

Nel 2000 parto per le prime bottiglie e comprai una linea piccolissima che produceva 1200 bottiglie l’ora. Fare tutto questo ci ha spinto chiaramente a fare grossi investimenti e l’azienda oggi conta una linea di imbottigliamento di 6.000 pezzi l’ora e una capacità lavorativa di 60 mila ettolitri; una barricaia che abbiamo barrique per 700 barrique, tutto legno francese e americano.

Questa azienda chiaramente viene supportata da me e dalla mia famiglia, ma in particolare da mia moglie Roberta che ancora oggi è il mio faro. Penso che alla base di un’azienda, la famiglia sia molto importante, perché la famiglia è quella che difende completamente da tutto ciò che ci circonda.

I soldi per iniziare

Appena ventiquattrenne io e Roberta decidiamo di sposarci. Noi abbiamo messo da parte, in quel matrimonio, 30 milioni di lire.

Il mio pensiero più importante era quello invece di fare una bellissima cantina. In questa cantina in cui siamo adesso, che negli anni novanta era solo un terreno agricolo, c’era un cartello che metteva vendesi e io ho domandato al titolare, il quale titolare mi ha detto: “Se lo vuoi costa 30 milioni!”  E da lì parte la storia delle cantine Paolo Leo.

Un evento negativo ed un evento positivo

Nella vita imprenditoriale sicuramente ci saranno sempre dei momenti negativi e anche positivi.

Uno dei momenti negativi, è che non bisogna mai essere deboli. Perché io, c’è stato un momento che sono stato debole, mi sono messo nelle mani di alcuni professionisti, fra parentesi professionisti, ma che erano dei professionisti di truffe. Si sono presentati in azienda chiamandoli per pianificare le mie cose, ma il risultato è stato disastroso, perché mi hanno precipitato nel farmi ancora più debito di quanto ne avevo. Loro mi hanno chiesto una parcella di 50 milioni di lire allora, che io non avevo e che quindi ho dovuto rateizzare in effetti e cambiali per poterli pagare.

Subito dopo questo episodio, ho avuto un colloquio con una grossa azienda di importazione di vini estera, che mi ha aperto un grandissimo portone e si è chiusa una piccola porta. Questo chiaramente ci ha dato modo di poter chiaramente pagare i nostri debiti e guardare al futuro e fare altre cose molto più importanti.

Fare impresa in Italia

Fare l’imprenditore in Italia, se devo fare una piccola considerazione, è importante. È importante anche se oggi lo Stato non ci aiuta tanto, per poterlo fare, però bisogna crederci. Io ci ho sempre creduto in Italia. In Italia bisogna fare impresa, bisogna credere in Italia e come ci ho creduto io negli anni 2000, quando è incominciata poi subito dopo la crisi a non vendere più vini nella ristorazione, nelle varie enoteche, nei wine bar.

La Paolo Leo invece ha venduto proprio in quel momento e oggi grazie a quello spirito di coraggio che abbiamo avuto, oggi siamo presenti in tutti quei bei posti che danno lustro al marchio.

Le caratteristiche di un imprenditore

Un imprenditore deve avere 3-4 caratteristiche importanti. Di farsi scivolare tutto di dosso, qualsiasi cosa che succede, deve essere asettico, lui non deve sentire dolore, non deve sentire nessun tipo di emozione, deve avere coraggio di affrontare il mercato e l’Italia e la sua politica. Bisogna credere in un progetto e in un sogno. Infatti mia moglie dice sempre: “Tu hai tanti sogni e il primo sogno era quello di fare un’azienda vinicola, un’azienda in cui eravamo i primi a fare l’imbottigliato.

Non nego che in questo territorio erano poche le aziende che imbottigliavano, erano 4-5 aziende storiche che erano nel territorio del Salento e nel 2000 quando io ho fatto il primo Vinitaly, eravamo 12 aziende di tutta la Puglia.

Quindi io vi dico che veramente bisogna credere in qualcosa, per la riuscita del sogno e del progetto. Imprenditori non si nasce, intanto si diventa, nel camminare chiaramente poi a un certo punto uno si accorge che ha in mano qualcosa di così importante, è che lì è il momento proprio importante, di cambio, da un qualcosa che è semplice da gestire e lì nasce l’imprenditore.

Il futuro per le nuove generazioni

I giovani devono avere un attimo di coraggio anche loro, in questo momento così storico dell’Italia, ma non devono scoraggiarsi, perché in Italia si può fare tanto, devono avere solo questa caparbietà di mettersi nel campo lavorativo e chiaramente devono anche rischiare in proprio per poter incominciare a vivere questa esperienza imprenditoriale.

Il giovane oggi è molto scoraggiato, vuole andare fuori all’estero, ma noi abbiamo un grande tesoro qui in Italia, che la nostra grande Italia è che ogni regione ha la sua ricchezza, ha le sue peculiarità.

Chiaramente ogni giovane può nella sua regione capire di cosa ha bisogno, per poter fare l’imprenditore. Io penso che un giovane, se riflette bene, nel suo territorio c’è sempre da fare.

 

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